2018

can benevolence change the world?

Il nucleo essenziale del progetto sulla Benevolenza consiste nel chiedersi non soltanto “HOW” (come donare) e “WHAT” (che cosa donare), ma soprattutto “WHY” (perché donare): quali sono le motivazioni profonde che spingono una persona ad effettuare un gesto autentico di donazione, di liberalità per il bene di un’altra persona e della società. Sono proprio questi tre interrogativi che hanno portato la Biomedical University Foundation ad organizzare un Workshop tematico, cercando di esplorare il tema della Filantropia secondo la sua declinazione in “Benevolenza”.

Il tema della Benevolenza vuole diventare un punto di forza e un argomento di elaborazione culturale, per sostenere nel tempo lo sviluppo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e del suo Policlinico nelle diverse componenti di assistenza, didattica e ricerca. L’esperienza internazionale insegna che per sostenere un’istituzione universitaria non statale come l’Università Campus Bio-Medico è essenziale l’esistenza di un endowment fund che ne protegga nel tempo la mission in un contesto caratterizzato da innovazione, ricerca di avanguardia e assistenza sanitaria focalizzata sulla persona e la sua dignità.

Nella convinzione che la riflessione sulla benevolenza costituisce la linfa vitale per la crescita nel futuro, la Biomedical University Foundation ha chiamato diverse figure intellettuali e professionali a confrontarsi concretamente sulla promozione e gestione di iniziative filantropiche al fine di integrare gli aspetti economico- finanziari in uno scenario culturale più ampio.

È nato così il workshop: Can Benevolence Change the World?

Svolto il 5 luglio 2018 presso Palazzo Altieri, Roma, alla presenza di oltre 60 partecipanti del mondo della finanza, della cultura, delle istituzioni, dell’imprenditoria italiana ed internazionale.

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La benevolenza di Joaquín Navarro-Valls

I filosofi greci hanno contribuito alla caratterizzazione della benevolenza come virtù pratica. Differenziandola dall’amicizia, Aristotele definisce la benevolenza come il “volere il bene dell’amico per lui stesso”. In virtù dell’intima gratuità che la caratterizza, la benevolenza sarà ritenuta nella riflessione medievale un attributo propriamente divino, cui l’uomo può tendere o aspirare per promuovere la crescita dell’altro e della società.

La riflessione contemporanea sottolinea l’ampiezza della nozione di benevolenza, che diviene oggetto di interesse da parte di sociologi, economisti e psicologi. Alcuni evidenziano la radice utilitaristica della benevolenza, concludendo che aiutare gli altri è connesso intimamente con la felicità personale, altri sottolineano l’originaria gratuità della benevolenza quale disposizione a compiere atti che promuovono in maniera disinteressata il bene di un altro.

La diffusione capillare della cultura del dono ha prodotto l’incremento delle donazioni pubbliche e private, soprattutto in USA, con grande beneficio per la ricerca medico- sanitaria. In Europa la cultura del dono è in crescita, e comincia ad affermarsi come una realtà significativa, soprattutto in alcuni paesi quali UK, Svezia, Paesi Bassi, Svizzera.

Le donazioni in ambito di ricerca medico-sanitaria hanno portato ad alcune tra le più importanti scoperte del secolo scorso, tra cui la penicillina, l’insulina, il vaccino antipolio, i trapianti di rene e oggi supportano buona parte della ricerca contro il cancro.

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La benevolenza di Joaquín Navarro-Valls

I filosofi greci hanno contribuito alla caratterizzazione della benevolenza come virtù pratica. Differenziandola dall’amicizia, Aristotele definisce la benevolenza come il “volere il bene dell’amico per lui stesso”. In virtù dell’intima gratuità che la caratterizza, la benevolenza sarà ritenuta nella riflessione medievale un attributo propriamente divino, cui l’uomo può tendere o aspirare per promuovere la crescita dell’altro e della società.

La riflessione contemporanea sottolinea l’ampiezza della nozione di benevolenza, che diviene oggetto di interesse da parte di sociologi, economisti e psicologi. Alcuni evidenziano la radice utilitaristica della benevolenza, concludendo che aiutare gli altri è connesso intimamente con la felicità personale, altri sottolineano l’originaria gratuità della benevolenza quale disposizione a compiere atti che promuovono in maniera disinteressata il bene di un altro.

La diffusione capillare della cultura del dono ha prodotto l’incremento delle donazioni pubbliche e private, soprattutto in USA, con grande beneficio per la ricerca medico- sanitaria. In Europa la cultura del dono è in crescita, e comincia ad affermarsi come una realtà significativa, soprattutto in alcuni paesi quali UK, Svezia, Paesi Bassi, Svizzera.

Le donazioni in ambito di ricerca medico-sanitaria hanno portato ad alcune tra le più importanti scoperte del secolo scorso, tra cui la penicillina, l’insulina, il vaccino antipolio, i trapianti di rene e oggi supportano buona parte della ricerca contro il cancro.